Robotica Educativa e Coding nelle scuole: imparare sporcandosi le mani
In informatica con il termine coding ci si riconduce alla programmazione. Con il coding gli studenti imparano a programmare divertendosi. Il segreto sta nel motto: poche nozioni teoriche e tanta pratica laboratoriale.
Il coding nelle scuole
Lo scopo non è tanto formare web developer quanto educarli al pensiero computazionale ossia alla capacità di risolvere problemi, anche complessi, applicando step by step la strategia migliore.
Come spiega Dan Crow, CTO di SongKick, “Il pensiero computazionale ti insegna come affrontare grandi problemi scomponendoli in una sequenza di problemi più piccoli e più gestibili”.
Il punto di partenza del coding è la programmazione a blocchi, un metodo di programmazione visuale semplice ed immediato, dove non è necessaria la conoscenza di uno specifico linguaggio di programmazione object-oriented. Basta spostare una serie di blocchi su un monitor con un semplice drag and drop. Ad ogni blocco corrisponde un comando, un’istruzione impartita .
La robotica educativa è un metodo di insegnamento, che permette di imparare attraverso la prototipazione di un robot educativo. Vi si apprende in modo pratico e divertente le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), ovvero le materie scientifiche alla base della programmazione e si attivano proposte didattiche orientate al problem solving.
Nell’ultimo lustro , nelle scuole italiane, grazie a svariate azioni ministeriali si è registrato un notevole interesse sul tema. Proporre percorsi di robotica educativa e coding permette agli studenti di “sfuggire” dalla routine delle noiose lezioni frontali e attiva in loro, con la supervisione del docente, creatività e pensiero critico. I percorsi sono tanto più utili quanto più il robot ed il codice danno errori, non soddisfano le attese perché inducono gli studenti a ragionare sul perché e a capire come correggere tali malfunzionamenti.